LA LETTERA LUNGO LA STRADA
Addio,
ma con me sarai
verrai
dentro una goccia di sangue che circolerà nelle mie vene. [....]
Dolce
mia, accogli il grande amore che uscì dalla mia vita
e che
in te non trovava territorio
come
l'esploratore perduto
nell'isola
del pane e del miele. [......]
Adorata, vado alle mie battaglie.
Graffierò
la terra per farti una grotta
e lì
il tuo Capitano
t'attenderà
con i fiori nel netto.
Non
pensar più, mia dolcezza
al
tormento
che
passò tra di noi
come
un fulmine di fosforo
lasciandoci
forse la sua bruciatura.
Venne
anche la pace, perchè torno
a lottare
alla mia terra,
e poichè
ho il cuore completo
con
la parte di sangue che mi desti
per
sempre,
e poichè
reco
le
mani piene del tuo essere nudo
guardami
guardami
guardami
per il mare, che vado raggiante,
guardami
per la notte che navigo,
e mare
e notte sono gli occhi tuoi.
Non
sono uscito da te quando m'allontano.
Ora
ti racconterò:
la
mia terra sarà tua,
vado
a conquistarla,
non
solo per darla a te,
ma
per tutti,
per
tutto il mio popolo. [.....]
Dolce
mia, adorata,
verrai
con me a lottare corpo a corpo
perchè
nel tuo cuore vivono i tuoi baci
come
bandiere rosse,
e se
cado, non solo
mi
coprirà la terra,
ma
questo grande amore che mi recasti
e che
visse circolando nel mio sangue.
Verrai
con me,
in
quell'ora ti attendo,
in
quell'ora e in tutte le ore,
in
tutte le ore ti attendo.
E quando
verrà la tristezza che odio
a bussare
alla tua porta,
dille
che io ti attendo;
e quando
la solitudine vorrà che cambi
l'anello
in cui sta scritto il mio nome,
dì
alla solitudine che parli con me,
che
io dovetti andarmene
perchè
sono un soldato,
e
che là dove sono, sotto la pioggia o sotto
il
fuoco,
amor
mio t'attendo,
t'attendo
nel deserto più duro
e presso
il limone fiorito:
in
ogni parte dove sia la vita,
dove
la primavera sta nascendo,
amor
mio t'attendo.
Quando
ti diranno "quell'uomo non ti ama", ricorda
che
i miei piedi son soli in quella notte, e cercano
i dolci
e piccoli piedi che adoro.
Amore,
quando ti diranno che t'ho dimenticata, e anche se
sarò
io a dirlo,
quando
io te lo dirò,
non
credermi:
chi
e come potrebbe reciderti dal mio petto,
e chi
raccoglierebbe il mio sangue
quando
verso di te m'andassi dissaguando?
Ma
neppure posso dimenticare il mio popolo.
Vado
a lottare in ogni strda, dietro ogni pietra.
Anche
il tuo amore m' aiuta:
è
un fiore chiuso
che
ogni volta mi empie del suo aroma
e che
s'apre d'improvviso
dentro
di me come una grande stella.
Amore mio, è notte.
L'acqua
nera, il mondo
addormentato,
mi circondano.
Poi
verrà l'aurora
e nel
frattempo
io
ti scrivo
per
dirti "TI AMO".
Per
dirti "TI AMO", cura
pulisci,
innalza
difendi
il
nostro amore, anima mia.
Io
te lo lascio come se lasciassi un pugno di terra con semi.
Dal
nostro amore nasceranno vite. [......]
Forse
arriverà un giorno
in
cui un uomo
e una
donna,
uguali
a noi,
toccheranno
questo amore, e ancora avrà forza per bruciare le mani che lo toccheranno.
chi
fummo? che importa?
toccheranno
questo fuoco,
e il
fuoco, dolce mia, dirà il tuo semplice nome
e il
mio, il nome
che
tu sola sapesti, perchè tu sola
sulla
terra sai
chi
sono, e perchè nessuno mi conobbe come una,
una
sola delle tue mani,
perchè
nessuno
seppe
come, nè quando,
il
mio cuore stette ardendo:
solamente
i tuoi
grandi occhi grigi lo seppero,
la
tua grande bocca,
la
tua pelle,
i tuoi
seni,
il
tuo ventre, le tue viscere
e l'anima
tua che io risvegliai perchè restasse
a cantare
fino alla fine della vita.
amore,t'attendo.
addio,
amore, t'attendo.
così
questa lettera termina senza nessuna tristezza:
sono
fermi i miei piedi sulla terra,
la
mia mano scrive questa lettera lungo la strada,
e in
mezzo alla vita sarò
sempre
vicino
all'amico
di
fronte al nemico,
col
tuo nome sulle labbra,
e un
bacio che giammai
s'allontanò
dalla tua bocca.
TITOLO:
AUTORE:
Empiti
di me
Pablo NERUDA
Empiti
di me.
Desiderami,
stremami, versami , sacrificami.
Chiedimi.
Raccoglimi, contienimi, nascondimi.
Voglio
esser di qualcuno, voglio esser tuo, è la tua ora.
Sono
colui che passò saltando sopra le cose,
il
fuggitivo, il dolente.
Ma sento
la tua ora,
l'ora
in cui la mia vita gocciolerà sulla tua anima,
l'ora
delle tenerezze che mai non versai,
l'ora
dei silenzi che non hanno parole,
la
tua ora, alba di sangue che mi nutrì d'angosce,
la
tua ora, mezzanotte che mi fu solitaria.
Liberami
di me. Voglio uscire dalla mia anima.
Io
sono cio' che geme, che arde che soffre.
Io
sono cio' che attacca, che ulula, che canta.
No,
non voglio essere questo.
Aiutami
a rompere queste porte immense.
Con
le tue spalle di seta disseppellisci queste ancore.
Così
una sera crocifissero il mio dolore.
Liberami
di me. Voglio uscire dalla mia anima.
Voglio
non aver limiti ed elevarmi verso quell'astro.
IL
mio cuore non deve tacere oggi o domani.
Deve
partecipare di cio' che tocca,
dev'essere
di metalli, di radici, d'ali.
Non
posso esser la pietra che s'innalza e non torna,
non
posso essere l'ombra che si disfa e passa.
No,
non puo' essere, non puo' essere.
Allora
griderei, piangerei, gemerei.
Non
puo' essere, non puo' essere.
Chi
avrebbe rotto questa vibrazione delle mie ali?
Chi
m'avrebbe sterminato?? Quale disegno, quale parola?
Non
puo' essere, non puo ' essere, non puo' essere.
Liberami
di me. Voglio uscire dalla mia anima.
Perchè
tu sei la mia rotta. T'ho forgiata in lotta viva.
Dalla
mia lotta oscura contro me stesso, fosti.
Hai
da me quell'impronta di avidità non sazia.
Da
quando io li guardo i tuoi occhi sono + tristi.
Andiamo
insieme. Spezziamo questa strada insieme.
Sarò
la tua rotta. Passa. Lasciami andare.
Desiderami,
stremami, versami , sacrificami.
Fai
vacillare le cinte dei miei ultimi limiti.
E che
io possa, alfine, correre in fuga pazza,
inondando
le terre come un fiume terribile,
sciogliendo
questi nodi, ah Dio mio, questi nodi,
spezzando,
bruciando,
ditruggendo
come
una lava pazza cio' che esiste,
correre
fuor di me stesso perdutamente,
libero
di me, furiosamente libero.
andarmene,
Dio
mio,
andarmene!