TRATTO DA:                                                                                                                             AUTORE:
I versi del Capitano                                                              Pablo NERUDA

                                LA LETTERA LUNGO LA STRADA
 

Addio, ma con me sarai
verrai dentro una goccia di sangue che circolerà nelle mie vene. [....]
Dolce mia, accogli il grande amore che uscì dalla mia vita
e che in te non trovava territorio
come l'esploratore perduto
nell'isola del pane e del miele. [......]

Adorata, vado alle mie battaglie.

Graffierò la terra per farti una grotta
e lì il tuo Capitano
t'attenderà con i fiori nel netto.
Non pensar più, mia dolcezza
al tormento
che passò tra di noi
come un fulmine di fosforo
lasciandoci forse la sua bruciatura.
Venne anche la pace, perchè torno
a lottare alla mia terra,
e poichè ho il cuore completo
con la parte di sangue che mi desti
per sempre,
e poichè
reco
le mani piene del tuo essere nudo
guardami
guardami
guardami  per il mare, che vado raggiante,
guardami per la notte che navigo,
e mare e notte sono gli occhi tuoi.
Non sono uscito da te quando m'allontano.
Ora ti racconterò:
la mia terra sarà tua,
vado a conquistarla,
non solo per darla a te,
ma per tutti,
per tutto il mio popolo. [.....]

Dolce mia, adorata,
verrai con me a lottare corpo a corpo
perchè nel tuo cuore vivono i tuoi baci
come bandiere rosse,
e se cado, non solo
mi coprirà la terra,
ma questo grande amore che mi recasti
e che visse circolando nel mio sangue.
Verrai con me,
in quell'ora ti attendo,
in quell'ora e in tutte le ore,
in tutte le ore ti attendo.
E quando verrà la tristezza che odio
a bussare alla tua porta,
dille che io ti attendo;
e quando la solitudine vorrà che cambi
l'anello in cui  sta scritto il mio nome,
dì alla solitudine che parli con me,
che io dovetti andarmene
perchè sono un soldato,
 e che là dove sono, sotto la pioggia o sotto
il fuoco,
amor mio t'attendo,
t'attendo nel deserto più duro
e presso il limone fiorito:
in ogni parte dove sia la vita,
dove la primavera sta nascendo,
amor mio t'attendo.
Quando ti diranno "quell'uomo non ti ama", ricorda
che i miei piedi son soli in quella notte, e cercano
i dolci e piccoli piedi che adoro.
Amore, quando ti diranno che t'ho dimenticata, e anche se
sarò io a dirlo,
quando io te lo dirò,
non credermi:
chi e come potrebbe reciderti dal mio petto,
e chi raccoglierebbe il mio sangue
quando verso di te m'andassi dissaguando?
Ma neppure posso dimenticare il mio popolo.
Vado a lottare in ogni strda, dietro ogni pietra.
Anche il tuo amore m' aiuta:
è un fiore chiuso
che ogni volta mi empie del suo aroma
e che s'apre d'improvviso
dentro di me come una grande stella.

Amore mio, è notte.

L'acqua nera, il mondo
addormentato, mi circondano.
Poi verrà l'aurora
e nel frattempo
io ti scrivo
per dirti "TI AMO".
Per dirti "TI AMO", cura
pulisci, innalza
difendi
il nostro amore, anima mia.
Io te lo lascio come se lasciassi un pugno di terra con semi.
Dal nostro amore nasceranno vite. [......]

Forse arriverà un giorno
in cui un uomo
e una donna,
uguali a noi,
toccheranno questo amore, e ancora avrà forza per bruciare le mani che lo toccheranno.
chi fummo? che importa?
toccheranno questo fuoco,
e il fuoco, dolce mia, dirà il tuo semplice nome
e il mio, il nome
che tu sola sapesti, perchè tu sola
sulla terra sai
chi sono, e perchè nessuno mi conobbe come una,
una sola delle tue mani,
perchè nessuno
seppe come, nè quando,
il mio cuore stette ardendo:
solamente
i tuoi grandi occhi grigi lo seppero,
la tua grande bocca,
la tua pelle,
i tuoi seni,
il tuo ventre, le tue viscere
e l'anima tua che io risvegliai perchè restasse
a cantare fino alla fine della vita.

amore,t'attendo.
addio, amore, t'attendo.

così questa lettera termina senza nessuna tristezza:
sono fermi i miei piedi sulla terra,
la mia mano scrive questa lettera lungo la strada,
e in mezzo alla vita sarò
sempre
vicino all'amico
di fronte al nemico,
col tuo nome sulle labbra,
e un bacio che giammai
s'allontanò dalla tua bocca.
 
TITOLO:                                                                                                              AUTORE:
Empiti di me                                                                                    Pablo NERUDA
 

Empiti di me.
Desiderami, stremami, versami , sacrificami.
Chiedimi. Raccoglimi, contienimi, nascondimi.
Voglio esser di qualcuno, voglio esser tuo, è la tua ora.
Sono colui che passò saltando sopra le cose,
il fuggitivo, il dolente.

Ma sento la tua ora,
l'ora in cui la mia vita gocciolerà sulla tua anima,
l'ora delle tenerezze che mai non versai,
l'ora dei silenzi che non hanno parole,
la tua ora, alba di sangue che mi nutrì d'angosce,
la tua ora, mezzanotte che mi fu solitaria.

Liberami di me. Voglio uscire dalla mia anima.
Io sono cio' che geme, che arde che soffre.
Io sono cio' che attacca, che ulula, che canta.
No, non voglio essere questo.
Aiutami a rompere queste porte immense.
Con le tue spalle di seta disseppellisci queste ancore.
Così una sera crocifissero il mio dolore.

Liberami di me. Voglio uscire dalla mia anima.
Voglio non aver limiti ed elevarmi verso quell'astro.
IL mio cuore non deve tacere oggi o domani.
Deve partecipare di cio' che tocca,
dev'essere di metalli, di radici, d'ali.
Non posso esser la pietra che s'innalza e non torna,
non posso essere l'ombra che si disfa e passa.

No, non puo' essere, non puo' essere.
Allora griderei, piangerei, gemerei.
Non puo' essere, non puo' essere.
Chi avrebbe rotto questa vibrazione delle mie ali?
Chi m'avrebbe sterminato?? Quale disegno, quale parola?
Non puo' essere, non puo ' essere, non puo' essere.
Liberami di me. Voglio uscire dalla mia anima.

Perchè tu sei la mia rotta. T'ho forgiata in lotta viva.
Dalla mia lotta oscura contro me stesso, fosti.
Hai da me quell'impronta di avidità non sazia.
Da quando io li guardo i tuoi occhi sono + tristi.
Andiamo insieme. Spezziamo questa strada insieme.
Sarò la tua rotta. Passa. Lasciami  andare.
Desiderami, stremami, versami , sacrificami.
Fai vacillare le cinte dei miei ultimi limiti.

E che io possa, alfine, correre in fuga pazza,
inondando le terre come un fiume terribile,
sciogliendo questi nodi, ah Dio mio, questi nodi,
spezzando,
bruciando,
ditruggendo
come una lava pazza cio' che esiste,
correre fuor di me stesso perdutamente,
libero di me, furiosamente libero.
andarmene,
Dio mio,
andarmene!
 

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